I Lego sono indubbiamente un ottimo gioco, formativo ed educativo. Affascina anche gli adulti, stimola la creatività; con il passare del tempo e la crescita delle espansioni ha permesso ai bambini persino una prima infarinatura nel campo della robotica e della programmazione.
Per la diffusione che hanno avuto, per l’influenza sulla società, per il numero di persone che ci ha giocato, per il tempo che ci ha giocato, i Lego sono indubbiamente un potente simbolo, nonché prodotto della cultura occidentale.
Sappiamo fin troppo bene come i terroristi musulmani, ed in particolare i nuovi fondamentalisti dell’IS, pur predicando un ritorno alle origini, ai tempi del Profeta, e rifiutando la modernità, si siano impossessati dei più moderni strumenti di comunicazione e dei simboli della contemporaneità occidentale.
Ne è esempio il sapiente uso dei video, dei messaggi via Twitter, delle finte analisi giornalistiche, dei trailer, delle tuniche arancioni usate per vestire gli ostaggi. L’inizio della contaminazione non è stato dei più promettenti, si veda la foto di Osama Bin Laden con Bert dei Muppets ,
ma indubbiamente la situazione è poi migliorata e gli influssi della nostra cultura sono sempre più evidenti, anche a causa del grande numero di europei di seconda generazione che fanno ritorno in Medio Oriente per combattere una battaglia che sentono loro.
Come è possibile quindi che non ci sia tra queste influenze anche quella dei Lego? Già dalle pose in cui si fanno fotografare i combattenti, l’ascendente è evidente: tengono infatti il petto in fuori, come gli omini gialli, e le braccia dritte con incastrate le armi nelle mani posizionate ad uncino.
Purtroppo una delle caratteristiche più note degli omini della Lego è la possibilità di staccare loro la testa con estrema facilità. Questa si sfila agevolmente dal collo, e mantiene sul volto la stessa espressione dell’omino da vivo.
Sul piano educativo e dei significati la facilità di decapitazione toglie valore alla vita umana, il corpo diventa un oggetto scomponibile, privo di un’identità a tutto tondo ma plasmabile e ricomponibile attraverso i suoi pezzi. Si desensibilizza il singolo nei confronti del suo prossimo; quest’ultimo è un gioco usa e getta, non una persona con sentimenti ed una storia alle spalle che lo rende un individuo, prezioso in sé ed in quanto diverso da tutti gli altri.
È facile vedere il nesso con l’uso smodato che i boia dell’IS fanno della decapitazione. Non si limitano a sgozzare gli ostaggi, ma staccano loro la testa e la pongono in bella mostra, rendendo ben visibile l’espressione che rimane sul volto delle vittime; una sinistra somiglianza ad una cesta piena di teste degli omini della Lego.
Va ricordato che la Lego è un’azienda danese, e non è la prima volta che la Danimarca ci crea guai nel conflitto culturale con l’estremismo islamico; alcuni anni fa le vignette satiriche su Maometto pubblicate da un quotidiano di quella nazione crearono una notevole dose di grattacapi e manifestazioni di dissenso verso tutto ciò che era espressione dell’invadente civiltà occidentale.
Penso sarebbe un bene boicottare l’acquisto dei prodotti dell’azienda danese, almeno fino a quando non si deciderà a saldare la testa degli omini al corpo. Questo sarebbe però solo un primo passo, perché i loro giochi nascondono altri pericoli: non manca molto, credo, a che i terroristi comincino a staccare le gambe dal busto delle vittime. E temo che se un giorno invadessero le nostre terre non esiterebbero a decostruire i nostri edifici scomponendoli in mattoni, per poi rimontarli, a causa della loro limitata fantasia, in case e moschee cubiche, forse addirittura prive di finestre e di tetto.